Praticare l’opposizione, costruire l’alternativa. Il tempo è ora.
Se il bipolarismo è un gioco truccato, occorre lavorare per la costruzione di un’alternativa ai poli esistenti. La necessità della riapertura di un ciclo di lotte e il tema della presenza della sinistra sul terreno della rappresentanza istituzionale non vanno contrapposti. L’assenza nello spazio della politica istituzionale di una sinistra anticapitalista e antiliberista, femminista, ambientalista e pacifista pesa anche sulla capacità di incidere dei movimenti sociali.
Non ci rassegniamo a vivere in un Paese senza sinistra e senza opposizione. E’ il risultato della semplificazione della dialettica politica da anni imprigionata dentro un bipolarismo truccato, che vede, da più di due decenni, le forze politiche convergere sulle scelte fondamentali. Si è compiuta nel nostro Paese – caso forse unico nell’Europa occidentale – una vittoria senza precedenti sul piano politico del pensiero unico neoliberista. Il bipolarismo è servito principalmente ad espungere la rappresentanza delle classi popolari e dei loro interessi dal sistema politico, a sostituire l’alternanza all’alternativa. La marginalizzazione della sinistra di alternativa è l’altra faccia della cancellazione della rappresentanza autonoma delle classi lavoratrici e, sul piano politico-culturale, delle culture critiche e dei movimenti sociali. La conseguenza è una crescita dell’ultra-destra che ha raggiunto dimensioni che mai ha avuto durante la storia repubblicana.
La debolezza della sinistra di classe si rispecchia in quella dei movimenti e pone a tutte le aree critiche del Paese la necessità di una riflessione profonda e non consolatoria.
Innanzitutto occorre chiarezza: la scelta di fare “la sinistra” in alleanza col PD non solo è del tutto inefficace (come dimostrato ormai da molteplici esperienze), ma contraddice in modo evidente la costruzione e prefigurazione di un’alternativa sociale e politica. Inoltre, viene praticata ritagliandosi uno spazio subalterno e ornamentale come dimostrano le “liste coraggiose”. La costruzione dell’alternativa richiede per essere credibile scelte rigorose e coerenti.
Non ci convince neanche la semplice esaltazione del conflitto, dell’intervento sociale, dell’azione locale che non riescono quasi mai ad avere un impatto sulle grandi scelte, in assenza di una capacità di confluenza e di una proposta più generale. Da questo punto di vista va recuperata la lezione del movimento dei movimenti, oltre che la grande storia dei movimenti operai.
Se il governo Draghi segna l’ennesima puntata dell’egemonia del capitale sulla politica e le istituzioni, emerge chiaramente la necessità di un lavoro di lunga lena: pensiamo che tutte le energie vadano concentrate nella promozione di una nuova stagione di movimento e opposizione, capace di aggregare un blocco sociale popolare su un programma di attuazione della Costituzione, di radicale alternativa per il nostro Paese, per un eco-socialismo del XXI secolo.
Per questo riteniamo sia fondamentale un’ispirazione unitaria a livello sociale e politico, per costruire la più ampia opposizione e riaggregare le forze, mettere in connessione le soggettività critiche e i conflitti, dare vita a campagne di massa. La frantumazione e le identità chiuse non aiutano alla costruzione di spazi di iniziativa unitaria capaci di parlare al Paese e, soprattutto, a chi subisce le conseguenze della crisi e delle politiche delle classi dominanti.
Come Partito della Rifondazione Comunista riteniamo urgente aprire una fase di dialogo e di ascolto reciproco fra tutte le donne e gli uomini, fra tutte le realtà organizzate che condividono l’urgenza della costruzione dell’alternativa.
Sappiamo bene che nel nostro Paese vi sono energie ed esperienze che vanno in controtendenza rispetto all’omologazione della politica e all’abbrutimento della società. Ci riferiamo al diffuso tessuto di pratiche sociali, culturali e politiche (in cui siamo quotidianamente impegnate/i anche noi di Rifondazione Comunista) che alimenta dall’esterno del parlamento il conflitto di classe e ambientale, la dialettica sociale e democratica, il mutualismo e la solidarietà, le pratiche femministe e le campagne per la pace, i diritti e contro ogni discriminazione e razzismo. Vi sono reti, intelligenze e soggettività (associazioni, comitati, settori sindacali conflittuali, movimenti, partiti, liste ed esperienze civiche legate al territorio) che operano positivamente, senza però avere quel profilo politico comune necessario al fine di costituire uno stabile punto di riferimento per le classi popolari e per larga parte del Paese.
Dall’opposizione al governo Draghi, vogliamo contribuire allo sviluppo di un movimento che, a partire dalle questioni sociali, sindacali, ambientali, democratiche, da quelle legate alla differenza di genere, porti alla costruzione, tanto difficile quanto necessaria, di un ampio schieramento, di un fronte diffuso, di una confederalità sociale che da sinistra, insieme a forze ambientaliste e civiche, si batta per l’alternativa alla brutalità neoliberista e ai poli politici oggi esistenti. Si tratta di socializzare la politica e politicizzare il sociale, superando steccati e diffidenze che da tempo ostacolano la costruzione di un vasto movimento politico e sociale per l’alternativa. Si tratta anche di saper leggere politicamente la nuova fase storica post pandemia, che vede in profonda crisi il blocco sociale che si era aggregato intorno al nuovismo del M5S, così come il pensiero neo liberale progressista sorpreso dalle forme espansive e di spesa proveniente da oltre atlantico. Esiste un evidente vuoto di proposta politica, che va riempito non inseguendo temi e agende politiche dei fronti in crisi, ma di aprirne una nuova popolare e autonoma. Una proposta ambiziosa e di governo del paese, tale da poter essere percepita come necessaria da larghe masse.
Rifondazione Comunista propone di aprire un nuovo percorso da costruire insieme, anche con forme inedite, con lo scopo di costruire una soggettività, un’aggregazione che, per dimensioni e credibilità, possa rappresentare una alternativa allo stato di cose presente. Allo stesso tempo, abbiamo la consapevolezza che non si possa ricondurre ad uno la pluralità delle diverse esperienze e che nessuna delle formazioni della sinistra di alternativa abbia oggi la forza e l’autorevolezza per realizzare questo obiettivo.
In tutta Europa c’è una sinistra antiliberista e anticapitalista rosso-verde che fa riferimento al Partito della Sinistra Europea e al gruppo parlamentare “La Sinistra”, che rappresenta lo spazio politico in cui si colloca la nostra proposta.