Approvato al C.P.N. del 19 – 20 giugno 2021
per l’ XI Congresso del P.R.C. – S.E. – ANNO 2021
Linee di indirizzo
L’obiettivo della Commissione Statuto, istituita dal CPN in vista del Congresso, è stato quello di ridefinire l’impianto statutario e organizzativo del partito facendo i conti con le trasformazioni e le tendenze più generali che si sono strutturate nel tempo (frammentazione sociale, crisi della forma partito “storica”, diffusione delle forme di digitalizzazione eccetera), e con i cambiamenti che hanno caratterizzato e caratterizzano il Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.
Il partito definito dall’attuale Statuto non corrisponde più alla nostra elaborazione né alla nostra composizione materiale; rischia di riprodurre il partito calibrato su un altro assetto istituzionale, su un’altra composizione materiale e di organizzazione della classe.
La riforma dello Statuto deve perciò corrispondere a una rifondazione del partito adeguata alla sua funzione storica nel presente, e senza prescindere dalla sua attuale composizione materiale.
Intendiamo farlo liberando lo Statuto da quelle norme più strettamente procedurali, rimandandole a uno o più regolamenti (da approvare con maggioranze qualificate nel Cpn), più agevolmente modificabili a fronte di esigenze diverse che potrebbero emergere nel tempo. Lo Statuto diventa così la nostra “Costituzione” con i principi e le regole di funzionamento fondamentali.
Specifichiamo che lo Statuto, e il complesso delle norme e regole assunte formalmente relativamente all’organizzazione politica del partito, dovranno essere conformi alla normativa nazionale che consente la possibilità di accedere al “due per mille” (in particolare, ci riferiamo alle “Linee guida per la redazione e presentazione degli statuti dei partiti e dei movimenti politici”, assunte con deliberazione del 22 gennaio 2020, n.2, dalla Commissione di Garanzia degli Statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici).
Non pensiamo a un partito “liquido”; pensiamo invece a un partito solido, al passo con i tempi, in grado di confrontarsi con i mutamenti sociali e con i linguaggi che hanno cambiato qualitativamente la scena pubblica, coerentemente con il progetto e l’orizzonte della rifondazione comunista.
Non si tratta, perciò, di ridisegnare regole, strutture e organismi unicamente basati sul “dimagrimento” che abbiamo subito sul fronte delle iscritte e degli iscritti, delle Commissione Statuto XI congresso PRC 1 giugno
sedi, della presenza istituzionale. Si tratta di pensare, cercare, sperimentare e consolidare forme politiche e organizzative che agevolino, e non ostacolino, il radicamento nel territorio, nel tessuto sociale e nell’ambito delle pratiche sociali (mutualismo conflittuale, sportelli, spazi sociali, autofinanziamento, conflitti di classe, lotte sociali, ambientali, sui diritti); lo sviluppo degli spazi e delle modalità di partecipazione, discussione e decisionalità; il confronto con i processi e le opportunità legate all’ambito della digitalizzazione. La rigenerazione e il rilancio di Rifondazione Comunista passano anche da qui.
In particolare, pensando alla presenza e alle strutture del partito, intendiamo fornire ai gruppi dirigenti – nell’ambito di una struttura organizzativa unitaria e di regole condivise -una “cassetta degli attrezzi”, ovvero una pluralità di soluzioni organizzative del partito, da adottare, utilizzare e modulare in base al contesto, alla funzionalità. Si tratterà di decidere ai corrispondenti livelli, anche sperimentando, la forma organizzativa più funzionale all’azione politica e poi di verificare i risultati conseguiti. Questo, anche tenendo conto dell’eterogeneità che caratterizza la nostra presenza nei diversi territori. La scelta fondante è proprio quella di riconoscere ai territori la possibilità di definire percorsi di impostazione organizzativa che partano dal basso, circolo per circolo, e che coinvolgano il corpo del partito nel connettere analisi, pratiche e forme della propria organizzazione.
PRINCIPI E FINALITÀ
Abbiamo aggiornato in modo condiviso la parte introduttiva (ex preambolo) dello Statuto articolandola in principi e finalità. In particolare, abbiamo sottolineato come il Partito della Rifondazione Comunista si ispiri al pensiero fondativo di Karl Marx e si ritenga parte del movimento comunista internazionale. Il Prc si propone di rifondare teoria, prassi e organizzazione del movimento operaio per superare la società capitalista nel tempo presente, segnato dall’intersezione tra dominio di classe e genere, oppressione razziale e devastazione ambientale. In questo senso, proponiamo di continuare e innovare la storia delle comuniste e dei comunisti e riconosciamo nella sua genealogia la Comune di Parigi, la Rivoluzione d’Ottobre, la Resistenza antifascista, la contestazione del biennio ’68-’69, il movimento contro la globalizzazione neoliberista. Affermiamo di riconoscerci nella coniugazione di comunismo e democrazia che ha connotato la tradizione comunista in Italia e la questione della rivoluzione in Occidente; nella Costituzione nata dalla Resistenza e nella lotta per la sua attuazione. Ci dichiariamo pacifisti e antifascisti e ripudiamo la guerra e ogni forma di fascismo e razzismo.
DEMOCRAZIA DI GENERE E AUTODETERMINAZIONE
Riteniamo centrali i seguenti aspetti:
- Il Prc-Se considera i movimenti femministi, per la libertà e l’autodeterminazione delle donne e delle soggettività LGBTQIA* e la lotta intersezionale per il superamento del capitalismo e del patriarcato fondanti per la rifondazione comunista. Riconosce pienamente la libertà nella scelta delle pratiche femministe di autorganizzazione e autodeterminazione delle compagne iscritte e delle relazioni politiche tra donne dentro e fuori il partito;
- Il Prc-Se sostiene la partecipazione delle donne alla politica e contrasta a tutti i livelli, politico, sociale, culturale, linguistico, il sessismo, la discriminazione e la violenza in tutte le sue forme. Nella vita interna del partito e dei movimenti a cui esso partecipa ripudia ogni forma di sessismo e omofobia. Nelle iniziative pubbliche non vi può essere una rappresentazione monosessuata del partito;
- Il Prc-Se si riconosce nel principio della democrazia di genere. Gli organismi dirigenti ed esecutivi, le delegazioni nei congressi, la composizione delle liste elettorali devono contemplare a tutti i livelli, salvo comprovati motivi, una composizione paritaria tra i generi;
- Periodicamente e per scelta le donne comuniste si riuniscono in conferenza nazionale per discutere in relazione ai movimenti trans-femministi e contro la violenza maschile sulle donne, delle pratiche di autodeterminazione dentro e fuori il partito, della democrazia di genere, di anti-sessismo, omotransbifobia;
- Il Forum delle donne del Prc-Se è un luogo di incontro permanente di percorsi diversi, di relazione tra donne dentro e fuori il partito, e sede comune di elaborazione e costruzione della politica di genere. Le donne che scelgono di parteciparvi decidono autonomamente i modi e le forme del funzionamento del Forum. Il Forum concorre alla formazione degli orientamenti e delle scelte del Prc-Se.
PARTITO E DIGITALIZZAZIONE
Riteniamo necessario confrontarci con i processi connessi alla digitalizzazione.
In particolare relativamente all’attivazione di forme e modalità partecipative. Non ci riconosciamo in schematismi secondo cui la riunione in presenza è “buona” e quella a distanza “cattiva”, e viceversa: siamo per utilizzare gli strumenti e le tecnologie disponibili per ampliare il campo della partecipazione e del coinvolgimento, consentendo alle compagne e ai compagni più opportunità. La rete può agevolare la partecipazione politica delle compagne e dei compagni alla vita del partito, la costruzione di una intelligenza comune, di un intellettuale collettivo, la scrittura dei documenti in modo condiviso e dal basso e una maggiore partecipazione della base alla elaborazione, riunioni tematiche nazionali. All’opposto della iscrizione passiva o della “democrazia del click”, l’integrazione fra partecipazione digitale alla costruzione delle decisioni e militanza in presenza può essere utilissima per il nostro partito, per ampliare il nostro radicamento. Dobbiamo inoltre considerare le nostre difficoltà per quanto riguarda le risorse economiche e la disponibilità di sedi. Inoltre, già attualmente il partito sperimenta, anche in maniera non regolamentata, riunioni e votazioni on line. Pensiamo perciò soprattutto quando le riunioni degli organismi coinvolgono territorialità ampie – a:
- definire e regolamentare la possibilità di partecipazione “mista”: in presenza e on line;
- integrare forme di democrazia diretta e funzionamento degli organismi dirigenti nel percorso di costruzione della decisione politica per coinvolgere le compagne e i compagni nelle scelte che caratterizzano il nostro percorso;
- strutturare il tesseramento avvalendosi di una piattaforma digitale che consenta la costruzione immediata di database, e che agevoli l’adesione al partito a chi vive in territori privi di circolo territoriale nelle vicinanze;
- consentire l’iscrizione al partito anche attraverso modalità digitali. Anche in questo caso non si tratta di sostituire le modalità “classiche” connesse all’iscrizione a una struttura territoriale del partito; si tratta di implementare i mezzi e le opportunità, tenendo conto che non in tutti i territori siamo in grado di garantire l’iscrizione. In base all’impostazione che abbiamo pensato, la/il nuova/o iscritta/o può fare tramite il sito nazionale (la piattaforma) la richiesta di prima iscrizione e successivamente verrà contattato per la conferma dell’iscrizione da parte della competente struttura del partito. L’iscritto/a può invece rinnovare l’iscrizione anche solo digitalmente. In entrambi i casi le/gli iscritte/i riceveranno la tessera cartacea.
Un regolamento definirà le modalità specifiche (per esempio: dotarci di una piattaforma web per la scrittura di documenti e l’esercizio di forme di democrazie diretta; di una piattaforma di gestione delle iscrizioni e di altre funzionalità connesse all’organizzazione del partito).
CIRCOLI
I circoli sono e rimarranno le istanze fondamentali del partito; anche da questo punto di vista, però, riteniamo importante ampliare gli strumenti e le modalità di organizzazione del partito su base territoriale.
I circoli potranno essere, in base all’impianto su cui abbiamo lavorato:
- Territoriali
- Funzionali
La novità è perciò rappresentata dalla tipologia del circolo funzionale, legata sia a filoni tematici e settoriali su cui le compagne e i compagni di un determinato territorio intendono lavorare sia a pratiche specifiche, vertenziali e di conflitto, includendo le attuali tipologie di circoli di lavoro, di studio, tematici. Nell’articolato dello Statuto e nel regolamento, normeremo e definiremo il modus operandi dei circoli funzionali.
Rimane, inoltre, l’opzione dei “nuclei”, già prevista dallo Statuto vigente e che può e deve essere meglio utilizzata e valorizzata per organizzare la presenza del partito in quei singoli territori in cui non vi fossero i numeri per costituire veri e propri circoli territoriali.
Teniamo a sottolineare che, esattamente così come ora, l’organizzazione del livello territoriale di base (circoli territoriali, circoli funzionali, nuclei) verrà definita dal Comitato Politico Federale di competenza, acquisiti il parere e il consenso dei territori interessati e coinvolti.
GRUPPI DI LAVORO
Un ulteriore strumento organizzativo e di lavoro politico che intendiamo introdurre e mettere a disposizione delle compagne e dei compagni a tutti i livelli – dal nazionale al singolo territorio – è quello dei gruppi di lavoro, attivabili su singoli temi e ambiti. Le modalità organizzative sono definite, in base al livello territoriale coinvolto, dalla Direzione Nazionale, dal Comitato Politico Regionale, dal Comitato Politico Federale. I gruppi di lavoro – al fine di una piena valorizzazione delle competenze e dei saperi al nostro interno e vicini a noi -sono aperti a esterni, e contribuiscono ai processi decisionali senza per questo sostituirsi ai gruppi dirigenti. Questo, perciò, con l’intenzione di dare uno strumento alle compagne e ai compagni non solo efficace sul piano operativo e elaborativo, ma anche basato sull’apertura, su un’interlocuzione e un coinvolgimento dei quadri attivi dei conflitti e delle vertenze all’interno delle quali operiamo. I gruppi di lavoro si relazioneranno e faranno riferimento al/alla responsabile di settore competente del partito.
FEDERAZIONI
Riteniamo importante, a proposito di “cassetta degli attrezzi”, che il partito abbia gli strumenti per elaborare e darsi -anche a questo livello -un’organizzazione territoriale efficace e proporzionata alle proprie possibilità/capacità. Non dimentichiamo che il 44% delle federazioni ha meno di 50 iscritte/i, mentre il 26% ha meno di 25 iscritte/i.
Da questo punto di vista, non c’è alcun cambiamento formale in automatico determinato dallo Statuto su cui abbiamo ragionato in questi mesi: l’articolazione delle Federazioni sarà definita dalla Direzione Nazionale, valutata la proposta dei regionali, realizzata a sua volta con il consenso delle federazioni esistenti.
È evidente che l’attuale situazione si basa su una distanza assai significativa tra il “partito reale” e quello disegnato dallo Statuto vigente.
Per questo, l’Assemblea regionale sarà tenuta a predisporre, con il principio del consenso, un Piano Organizzativo regionale attraverso cui definire, in forma di proposta, l’articolazione delle federazioni sul territorio di competenza (quindi valutare se avere, in base alle situazioni specifiche, Federazioni provinciali, aree metropolitane, sovra-provinciali, sub-provinciali), con la condivisione delle Federazioni.
Inoltre, in questo quadro, in termini regolamentari si propone che, di norma, non esista una federazione con meno di 30 iscritti/e e una pluralità di circoli (almeno due) e non potrà essere messa in discussione l’esistenza di federazioni che hanno più di 90 iscritti/e, comunque senza automatismi coercitivi.
REGIONALI
Prospettiamo una maggiore responsabilizzazione degli organismi regionali: non certo per proporre forme di “autonomia differenziata”, ma perché riteniamo che i territori provinciali e locali – proprio per gli aspetti che abbiamo evidenziato (un radicamento eterogeneo e tante situazioni deboli) – debbano essere supportati, indirizzati e anche -in via temporanea -direttamente organizzati laddove il territorio in questione non abbia più una propria autonomia organizzativa strutturata, al fine di riacquisire una piena funzionalità.
Pensiamo a un livello regionale quale istanza stabile, luogo di direzione politica, di elaborazione del Piano organizzativo -costruito con la condivisione degli ambiti provinciali -istanza di coordinamento delle Federazioni per le funzioni politiche proprie del livello regionale.
Proponiamo l’istituzione delle Assemblee regionali, con le seguenti funzioni:
- predisporre, con il principio del consenso, un Piano Organizzativo regionale attraverso cui definire, in forma di proposta, l’articolazione delle federazioni sul territorio di competenza (quindi valutare se avere, in base alle situazioni specifiche, Federazioni provinciali, aree metropolitane, sovra-provinciali, sub-provinciali), con la condivisione delle Federazioni;
- promuovere occasioni e iniziative di elaborazione e partecipazione che coinvolgano in forma assembleare – oltre al gruppo dirigente regionale in senso proprio – i quadri attivi dei diversi territori.
L’Assemblea regionale, di composizione ampia e rappresentativa delle articolazioni territoriali, affianca perciò il Comitato Politico Regionale, che mantiene le funzioni politiche attribuitegli dallo Statuto vigente e viene convocata con le medesime modalità con cui viene convocato il Comitato Politico Regionale.
ORGANISMI NAZIONALI
Riteniamo che il Comitato Politico Nazionale debba continuare a essere un organismo di rappresentanza politica proporzionale relativo alla discussione interna nel partito, con l’obiettivo di dare cittadinanza e spazio alle compagne e ai compagni più attivi territorialmente, nelle lotte e nei conflitti sociali, senza però che questi ultimi aspetti siano “codificati” nello Statuto. Ci siamo inoltre confrontati sul ruolo e sui criteri relativi alla composizione della Direzione Nazionale. La Commissione Statuto ha condiviso di mantenere l’attuale formulazione presente sullo Statuto.
Relativamente alla segreteria nazionale, riteniamo innanzitutto che la sua elezione debba essere accompagnata alla presentazione di un Piano di lavoro finalizzato a illustrare, settore per settore, come la segreteria nazionale intenda organizzare e strutturare la propria attività.
Intendiamo inoltre introdurre l’opzione del/la doppio/a segretaria/o, riconoscendoci nel principio di co-rappresentanza, sul modello curdo. Questo vale per tutti i livelli: circoli, federazioni, regionali, nazionale. Non intendiamo introdurre un obbligo, ma una possibilità.
CONFERENZE DI ORGANIZZAZIONE E TEMATICHE– GIOVANI COMUNISTI
Abbiamo deciso di accorpare in un ragionamento comune e uniforme la descrizione delle modalità di funzionamento delle conferenze di organizzazione e tematiche, secondo i seguenti principi:
- Per esaminare lo stato dell’organizzazione, problemi politici o pianificare l’azione del partito su determinate tematiche, possono essere convocate conferenze di circolo, cittadine, zonali, di federazione, regionali e nazionali. I dipartimenti nazionali e/o i comitati politici federali e/o regionali possono proporre alla direzione nazionale lo svolgimento di conferenze nazionali su temi di carattere generale;
- Vengono indette per ogni singola istanza, dai rispettivi organismi dirigenti che stabiliscono gli obiettivi politici e le modalità di svolgimento e di partecipazione;
- Le conferenze non sono sostitutive dei congressi e non possono eleggere o
modificare gli organismi dirigenti. Possono essere anche aperte a realtà
esterne al partito;
- Gli atti in esse approvati entrano a far parte della linea politica del partito al
livello corrispondente con effetti vincolanti;
Le/I segretarie/i di circolo si riuniscono in assemblea, a livello nazionale, almeno una volta all’anno.
L’assemblea delle/dei segretarie/i di circolo è convocata dalla direzione nazionale e può svolgersi con modalità articolate sul territorio.
I/le giovani comunisti/e, a riguardo sollecitati/e nel rispetto della loro autonomia e specificità, hanno in corso il dibattito sulle opportune modifiche statutarie che riguardano la loro organizzazione e produrranno la proposta di articolato nei tempi utili alla discussione per i congressi di federazione nell’ambito dell’XI Congresso nazionale.
COLLEGI DI GARANZIA, CARICHE ELETTIVE E AMMINISTRAZIONE
Quanto agli organismi di garanzia non vengono proposte significative modificazioni, confermando la loro istituzione, per i livelli superiori ai circoli, corrispondentemente agli organismi dirigenti costituiti.
In merito allo scioglimento degli organismi territoriali (normato dall’art. 64 dello Statuto vigente), nel ribadire la natura esclusivamente politica della decisione, e della vigilanza del collegio di garanzia limitata alla sola verifica dell’esistenza delle precondizioni (fumus iuris), si introduce la facoltà di audire le parti in luogo della sua obbligatorietà che storicamente, nella pratica, nella gran parte dei casi non è stato possibile esercitare.
Quanto alle cariche pubbliche ed elettive, viene proposta la soppressione della preliminare espressione favorevole del Circolo di appartenenza, norma ritenuta desueta e in larghissima parte disapplicata, nonché foriera di possibili selezioni di candidate/i in danno alle minoranze.
Quanto all’amministrazione del Partito, con riferimento alla confermata ripartizione delle quote di entrate tra le diverse istanze del Partito, si propone la soppressione della determinazione statutaria delle quote minime per sopravvenuta ricorrente difficoltà, se non impossibilità, a rispettare detto stringente vincolo.
I bilanci sono approvati, in parziale modifica alle norme attualmente in vigore, da platee che vedano la partecipazione dei/lle Tesorieri/e quali invitati/e di diritto con diritto di parola ma non di voto, ciò al fine di facilitare il raggiungimento dei quorum costitutivi delle riunioni interessate.
Restiamo in attesa di chiarimenti della Commissione di Garanzia degli Statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici (CRP), in tema di legale rappresentanza. Infatti la CRP nelle proprie linee guida pubblicate nel gennaio 2020, attribuisce la legale rappresentanza, in linea con la consolidata giurisprudenza in materia di associazioni non riconosciute, in capo al soggetto apicale dell’organizzazione comunque questi venga denominato: segretario/a, portavoce, coordinatore/trice, Presidente ecc.
Noi non condividiamo tale impostazione nell’ottica di una piena valorizzazione della democrazia di genere, peraltro teoricamente accolta dalla medesima CRP, poiché limita la possibilità del partito di dotarsi di una coppia di soggetti apicali ad ogni livello che siano perfettamente paritari.
Il soggetto al quale viene attribuita la legale rappresentanza (a statuto vigente il/la Tesoriere/a) diventa illimitatamente responsabile con l’intero patrimonio personale delle obbligazioni assunte in nome e per conto del partito, seppure sempre in via sussidiare alla responsabilità sociale e dunque al patrimonio del partito.
In questo quadro il/la Tesoriere/a (il quale, riteniamo, debba manterrebbe inalterata la propria funzione nei confronti dell’organizzazione e dei/lle iscritti/e) agirebbe, nei confronti dei terzi, in forza di procura generale o speciale del Segretario/a al quale verrà attribuita la legale rappresentanza.
In quest’ottica, tale rapporto determinerà un vincolo fiduciario rafforzato tra i due soggetti (legale rappresentante e tesoriere) che andrà statutariamente definito e regolato opportunamente.
SIMBOLI
Si propone la modifica della normativa statutaria vigente in materia, consegnando alla decisione della maggioranza del CPN (in luogo degli attuali due terzi) la possibilità di presentarsi alle elezioni politiche nazionali ed europee con simboli diversi da quello del Partito.