1.2 La “inutile strage”

Ascolta il capitolo

La guerra provocò oltre 37 milioni di vittime, più di 16 milioni di morti e più di 20 milioni di feriti e mutilati, sia fra i militari che fra i civili. In Italia si calcolano 651.000 morti militari, 589.000 civili (tot. 1.240.000) su una popolazione che contava al tempo 35 milioni. Un italiano su 30 morì, un’intera generazione di giovani fu sterminata.

A rendere particolarmente letale la guerra contribuì anche la tattica usata dai comandi militari: si trattava di una “guerra di trincea”, con le truppe ferme nelle rispettive posizioni nel fango, fra le malattie e i topi, ma secondo i dettami delle guerre dell’Ottocento, venivano ordinati periodicamente degli assalti all’arma bianca alla trincea nemica, resi ora micidiali (oltre che inutili) dall’invenzione della mitragliatrice oltre che dall’uso dei gas asfissianti. Il rifiuto di partecipare a questi assalti insensati, ma anche la semplice protesta o indisciplina, venivano punite con le cosiddette “decimazioni”, cioè la fucilazione senza processo di un soldato su dieci (una barbarie presente a quanto sembra solo nell’esercito italiano1).

A questo sono da aggiungere i “regolari” processi contro i militari celebrati durante la guerra: furono processati 2.680 ufficiali e ben 289.343 soldati; a conferma del carattere di classe della giustizia, soprattutto questi ultimi furono condannati, oltre 170.000 condanne, di cui 70.000 a pene superiori a sette 7 anni di carcere, 15.000 all’ergastolo e ben 4.028 furono i condannati a morte2.

Lo stato di demoralizzazione dei soldati, unita a gravi errori di strategia dei comandi militari, furono fra i fattori della “rotta di Caporetto” (24 ottobre 1917), quando gli Austriaci sfondarono le linee italiane penetrando per oltre cento chilometri nella pianura italiana. Il comandante in capo Luigi Cadorna (autore fra l’altro delle circolari che nel 1916 prescrivevano le decimazioni) ne scaricò l’intera responsabilità sui soldati (il cosiddetto “cadornismo”, con cui polemizzò aspramente Gramsci). Cadorna era solito essere appellato “Duce” dai suoi sottoposti.

Tabella delle vittime per nazione (confini del 1924)

Dati da Wikipedia, consultato il 28 giugno 2022.

Papa Benedetto XV
Papa Benedetto XV (Nicola Perscheid, Public domain, via Wikimedia Commons)

A queste cifre sono da aggiungere le vittime dell’epidemia cosiddetta “spagnola” che seguì immediatamente la guerra (nel 1918-1920); la “spagnola” fece ancora più vittime della guerra ed è da connettere anche con lo stato generale di denutrizione e depressione causato dalla guerra.

Benedetto XV (Giovanni Battista della Chiesa) papa dal 1914 al 1922 aveva definito la guerra “un’inutile strage”; del tutto inascoltato dai Governi del tempo, Benedetto XV non è stato neppure considerato santo dalla Chiesa cattolica.


1 Dopo la guerra, le cifre ufficiali delle condanne a morte per decimazione parlarono di 1.006 casi (delle quali 729 eseguite) in tre anni. Ma queste cifre non comprendono le esecuzioni sommarie e l’applicazione della pena capitale in trincea a discrezione degli ufficiali. L’effettivo numero dei soldati vittime delle decimazioni resta dunque ignoto. (Da Wikipedia).

2 Cfr. Giancarlo SCARPARI, Giustizia politica e magistratura dalla Grande Guerra al fascismo, Bologna, Il Mulino, 2019, pp.19-20.