2.8 Il “golpe Borghese” del ’70

Ascolta il capitolo

Nella notte del 7 dicembre 1970, uomini del Fronte Nazionale di Junio Valerio Borghese occuparono il Ministero dell’Interno, come primo atto di un progettato colpo di Stato. Uno degli occupanti addirittura portò via “come ricordo”, un mitra del Ministero.

Si conosce anche il testo del proclama che Borghese avrebbe dovuto rivolgere alla nazione. La recente desecretazione dei documenti americani (come un telegramma dell’ambasciatore Graham Martin a Washington) dimostrò che gli USA, e il loro ambasciatore in Italia, erano perfettamente al corrente dell’operazione golpista denominata “Tora-Tora”.

Sono invece tuttora ignoti i motivi che spinsero i golpisti, all’ultimo momento dopo una misteriosa telefonata di contrordine, a rinunciare all’iniziativa.

Resta comunque dimostrato che quel tentativo si svolse in accordo con vertici militari e dei Servizi, membri del Governo e con il benestare della CIA.

Immagine in bianco e nero di Junio Valerio Borghese intento a parlare con un un ufficiale nazista e un soldato. Tutte le persone presenti nella foto indossano la divisa.
Junio Valerio Borghese durante la sua collaborazione con i nazisti.

Ha scritto Davide Conti:

“Nonostante depistaggi e vanificazione dei processi (imputati tutti assolti) alcuni elementi storici sono oggi consolidati: il ruolo della P2 di Licio Gelli (…); l’interlocuzione tra ambienti USA e FN con gli incontri fra l’agente CIA Hugh Fenwich e Remo Orlandini, braccio destro di Borghese; la mancata consegna alla Magistratura (responsabili il generale Maletti e il Ministro della Difesa Andreotti) di una dettagliata documentazione che indicava i nomi dei partecipanti al golpe, come l’ammiraglio Giuseppe Torrisi (poi asceso alla carica di Capo di Stato maggiore della Difesa)  e Licio Gelli.” [1]

 Il processo per il tentato golpe, dopo una condanna in primo grado di numerosi congiurati (il 14 luglio 1978), vide la sentenza d’appello (del 27 novembre 1984) mandare tutti gli imputati assolti. Il 25 marzo 1986 la Cassazione confermò l’assoluzione di tutti gli imputati, compresi, come in secondo grado, i rei confessi.

Molti anni dopo, Gaetano Lunetta, responsabile del Fronte Nazionale di Borghese per la Liguria, dichiarò:

“Il golpe Borghese c’è stato davvero, siamo stati padroni assoluti del Viminale [il Ministero dell’Interno, NdR], è anche sbagliato definirlo golpe tentato e poi rientrato. Il risultato politico che voleva è stato raggiunto: congelamento della politica di Aldo Moro, allontanamento del Pci dall’area di Governo, garanzie di una totale fedeltà filoatlantica e filoamericana. La verità è che il golpe c’è stato ed è riuscito.”[2]

Per saperne di più


  • Fulvio MAZZA Il Golpe Borghese. Quarto grado di giudizio. La leadership di Gelli, il golpista Andreotti, i depistaggi della “Dottrina Maletti”, Roma, Pellegrini, 2021.


[1] D. Conti, in “Il manifesto”, 5 dicembre 2020, p. 19.

[2] Cit. ibidem.